Borghi e monumenti abbandonati

Il semaforo abbandonato di Capo Figari

Numeri

Per descrivere questo luogo, potrei partire con l’elencare un po’ di numeri che lo rappresentano:

344 sono i metri di altezza del promontorio, situato in prossimità di Golfo Aranci, che ospita il semaforo abbandonato di Capo Figari.

3 sono i km di strada in salita per raggiungerlo.

1890 è l’anno in cui è stato inaugurato il semaforo.

1905 è l’anno in cui la Difesa lo acquistò con lo scopo di trasformarlo in stazione di avvistamento, funzione che fu poi svolta negli anni successivi durante le guerre mondiali.

1932 è l’anno in cui Guglielmo Marconi ha trasmesso le prime onde radio verso la stazione di Rocca di Papa a Roma.

…ma per me è stato molto di più

Questo luogo meraviglioso, per me è stato molto di più, anzi è stato un angolo di terra in cui i numeri e la razionalità, mi hanno finalmente abbandonato, propagandosi nell’etere come le onde radio di Guglielmo Marconi. 

A colmare questo spazio ci hanno pensato i miei sensi e i sussulti dell’anima. 

 

I 3 km in salita sotto il sole con un maestrale che mi ha costantemente accompagnato, quasi cullato, mi hanno permesso di sentire l’odore delle piante di mirto e di ginepro, mi hanno fatto assaporare la salsedine che veniva trasportata dal vento. Il mio andamento lento, costante, mi ha aiutato a catturare il più possibile i colori e le forme che avevo davanti: il verde della vegetazione, il blu e il turchese del mare sardo, per me il più bello del mondo, ma anche il giallo e l’arancione delle piante che delimitavano il sentiero e incorniciavano ogni immagine.

E poi c’erano loro, le isole, quella di Tavolara e Figarolo, con la loro forma inconfondibile!

Il cielo non voleva essere da meno, e si è presentato di un azzurro intenso macchiato di nubi bianche, candide. 

Tutto il mio cammino è stato accompagnato dal sibilo del vento, del temuto maestrale che in Sardegna sa essere molto impetuoso, ma che sa rendere il mare uno specchio d’acqua, trasparente e cristallino.

In questa passeggiata, vista, olfatto, udito e gusto sono stati pienamente soddisfatti!!

Arrivata in cima, mi ha catturata un panorama spettacolare, aperto, vasto, dove in alcuni punti il mare si mescolava al cielo, tanto erano uguali i colori e poco marcata la linea dell’orizzonte. 

Gratitudine, euforia, e si, anche felicità per aver raggiunto un luogo così bello e perfetto, sono state le emozioni che mi hanno colpito in pochi secondi, emozioni per un luogo che riconosci subito essere in sintonia con la parte più intima di te stessa.

Credo, anzi lo posso dire con certezza, che questo posto, a partire dalla ferrovia abbandonata ai piedi del promontorio fino ad arrivare in cima al semaforo di Capo Figari, sia il mio luogo, quello in cui tutto ti attrae, ti emoziona e ti rigenera.

Semaforo abbandonato di Capo Figari

Finalmente, dopo essermi soffermata ad ammirare la Sardegna dall’alto, ho iniziato a perlustrare il semaforo abbandonato, con le sue stanze, le sue porte di legno azzurro, le finestre rotte ma tutte riempite dal panorama circostante. 

 

Da ogni finestra si poteva scorgere il mare, le isole dell’arcipelago della Maddalena, l’isola di Tavolara, quella di Figarolo.

Da ogni finestra entrava luce, aria e salsedine. 

Per conoscere un po’ di storia di questo sito, vi consiglio di leggere questo articolo del blog Sardegna abbandonata, dove ci sono tanti spunti e destinazioni da esplorare.

Vi lascio con alcune foto della ferrovia abbandonata, in cui adoro camminare prima di tuffarmi nelle acque azzurre di Cala Moresca (non a caso l’ho scelta come immagine del blog), e delle vecchie fornaci.

error: Content is protected !!