
Il Trullo, passeggiata di un bambino tra poesie e colori
“Mamma, ma siamo a Roma?”. Queste sono le parole incredule di mio figlio Andrea, quando abbiamo iniziato a passeggiare per le strade del Trullo, in cerca di murales da fotografare. La sua perplessità è nata avendo visto tanti bambini che giocavano da soli nei cortili dei lotti, rincorrendosi, giocando a nascondino tra le file dei panni stesi e correndo con il monopattino. Un’atmosfera che non si respira più in molti quartieri e zone di Roma, ma che a me invece ha ricordato gli anni della mia infanzia.
Ricordi di un cortile…

Dopo aver finito i compiti, correvo giù in cortile per passare un paio d’ore in compagnia dei miei amici, sotto l’occhio vigile delle mamme che a turno si affacciavano dal balcone per un controllo veloce. Il cortile era un luogo sicuro, incastonato tra i palazzi e chiuso da un cancello. Per noi bambini era un angolo di gioco, di sfogo, di ritrovo e di crescita. Lì, sopra il selciato ruvido del cemento, tra una sbucciatura al ginocchio e la prima cottarella, ho passato anni spensierati.
Oggi non è così. Le nuove abitazioni costruite nelle grandi città hanno aree comuni molto dispersive, con aiuole non calpestabili, con un regolamento di condominio non a misura di bambino. Nella maggior parte dei condomini non è possibile giocare a palla, correre con la bicicletta, nascondersi o rincorrersi.
Sfido chiunque, della mia generazione, e mi riferisco ai nati negli anni 70 e 80, a non ricordarsi dei giochi che facevamo all’aria aperta tutti insieme!!! Gioco della campana, disegnata con i gessetti colorati, il gioco degli elastici, ‘uno duo tre stella’, mosca cieca, i quattro cantoni. Riuscivamo a passare interi pomeriggi senza chiedere altro!!!

Iniziamo la passeggiata con un bel gelato…
A catturare l’attenzione di mio figlio, non è stata solo l’atmosfera del quartiere di una volta (non a caso Andrea lo chiamava paesino!!) ma anche e soprattutto lo straordinario contenuto dei muri del Trullo pieni di immagini e poesie oltre che di tanto tanto colore!!
Prima di iniziare la nostra passeggiata insieme, abbiamo fatto una piccola sosta alla gelateria ‘Alta Marea’ di via del Trullo per gustarci un buon gelato. Lì abbiamo incontrato un uomo molto alto, biondo, con uno spirito da ragazzino e un viso molto espressivo e intenso, che ci ha raccontato la storia di questi colori, delle poesie e dei murales sparsi per le vie del quartiere. Andrea lo guardava dal basso meravigliato, con due occhioni spalancati. Non poteva credere che quei disegni così grandi li avesse fatti lui. Quell’uomo era Marco D’amico uno dei maggiori protagonisti dei Pittori Anonimi del Trullo, che si firmano P.A.T.

Pittori anonimi del Trullo
Mario D’amico, il propulsore della rinascita del Trullo, ci ha raccontato come 7 anni fa, il quartiere si trovasse in una situazione di degrado e di abbandono. Le case, realizzate nel 1939 con la nascita della borgata Ciano, erano tutte uguali, con le facciate squadrate, lisce, somiglianti a delle caserme, tinteggiate tutte con un colore giallino spento e anonimo.
Quella visione grigia del quartiere, stimolò D’Amico, insieme a due amici, ad armarsi di pennelli e vernice colorata e dipingere, all’inizio rigorosamente di notte, scalinate, muri, panchine, coprendo scritte a volte indecorose e pulendo muri sporchi e rovinati dal tempo. Il tutto seguendo determinate regole: le opere realizzate non dovevano essere influenzate da fedi calcistiche o politiche, non ci doveva essere divisione, ma inclusione e messaggi positivi. I muri puliti non si toccavano. Il permesso veniva chiesto agli abitanti delle palazzine su cui era dipinta l’opera e a coloro che la vedevano, affacciandosi dalle finestre.
Piano piano si sono aggiunti altri componenti al gruppo che hanno contribuito a ridare una nuova identità ad un luogo che, come tanti, è stato abbandonato per anni dalle amministrazioni.
La risposta degli abitanti è stata sorprendente. Tutti, bambini, ragazzi, commercianti, famiglie, hanno accolto i Pittori anonimi del Trullo con entusiasmo e spirito di collaborazione. Il quartiere ha riconosciuto la propria trasformazione e ha collaborato alla riuscita del progetto raccogliendo fondi con il salvadanaio del bar della piazza. Mentre venivano realizzate le opere, gli abitanti del quartiere scendevano in strada a portare caffè e dolcetti ai pittori. Alcuni ragazzi hanno preso in mano il pennello e realizzato delle proprie opere.

Non solo colore, ma anche decoro
I Pittori Anonimi del Trullo non hanno solo dato colore al quartiere, ma lo hanno anche pulito, curando le aree verdi, il parco giochi, la scuola, il teatro e l’oratorio. L’hanno fatto a proprie spese, autofinanziandosi.
Hanno coinvolto i bambini nel far diventare bella, unica e colorata la loro scuola, dove Gianni Rodari ambientò la sua favola La torta in cielo, insegnando ai bambini che la creatività si può imparare.
Questa ventata di colori e positività è stato portata anche in altre zone di Roma, in altre scuole, alla Magliana, a Boccea, al Labaro. Non si vogliono fermare, hanno altri progetti per il futuro, il pronto soccorso del San Camillo, due facciate di una scuola a Sacrofano , altri lavori in due paesi in provincia di Viterbo…e noi non vediamo l’ora!!!

Una dedica alle donne
Proseguendo per viale Ventimiglia, ci accolgono palazzine variopinte e allegre, alcune hanno balconi fioriti dipinti a mano. Andrea inizia a zompettare a destra e a manca e a provare a fare qualche scatto fotografico. Si ferma però immobile quando si accorge che agli angoli di queste palazzine sono raffigurate grandi figure femminili che hanno rappresentato delle eccellenze in diverse discipline (musica, astronomia, ecologia…).
E’ un omaggio alle donne, che sanno essere dolci e tenere ma allo stresso tempo forti e coraggiose. Il primo di questa serie di murales dedicati alle donne è stato realizzato quando il vicino consultorio stava per chiudere. Fortunatamente non è accaduto!!!
L’autrice e artista di tutto questo splendore è Manuela Merlo Uman che di recente ha fatto una mostra Street Vibes all’ExGarage con dei pezzi strepitosi!! (potete vedere alcune nella mia pagina facebook) e un altro murales a Cerveteri che potete trovare e leggere nel seguente articolo di Canale Dieci.








Nina
Proseguendo per via del Trullo, ci inoltriamo dentro uno dei cortili che si affaccia a via Massa Marittima. Seguiamo i colori dei muri fino ad arrivare a lei, ‘Nina’ che piange, con un fazzoletto in mano e i capelli raccolti da una fascia a pois. E’ lo splendido murales di Solo, uno street artist romano cresciuto proprio in questo quartiere. Vicino, sotto un porticato di vari colori dipinto dai Pittori anonimi del Trullo, si trovano due poesie dei Poeti del Trullo.
Scritte in dialetto romano, Andrea le ha provate a leggere divertendosi a marcare gli errori dialettali, rivendicando e giustificando così i suoi errori fatti a scuola!!! Il risultato è stato molto comico.
In questo angolo fuori dal tempo, street art e street poetry si mescolano e si sostengono a vicenda, regalando al passante emozioni immediate. E’ il primo progetto di collaborazione tra i Pittori anonimi del Trullo e Poeti del Trullo.

I poeti der Trullo
I poeti del Trullo sono sette giovani che nel 2010 hanno unito le proprie voci, parole ed emozioni, seminando testi poetici in ogni luogo e dando vita ad un nuovo movimento chiamato ‘metroromanticismo‘.
Inumi Laconico, uno dei poeti del Trullo scrive così del suo quartiere:
Il Trullo è un luogo della mente.
Tutti possono affacciarsi su questo giardino periferico dopo essersi allontanati dal centro. Il centro delle decisioni, il centro della politica, il centro sotto chiave, protetto da vetri opachi, inaccessibile.
Il Trullo è un luogo della mente e tutta la periferia esistente può essere seme e frutto di poesia.
Noi esistiamo per dimostrarlo. Noi esistiamo per sporcare i passanti e i vicini del colore che ci è esploso dentro. Abbiamo deciso di lasciarlo fluire e di non arginarlo.Siamo un coro che vuole cantare l’amore e la rabbia, l’esperienza e la meraviglia, la provenienza e il viaggio.
Le vertigini di un sentimento sul cornicione dell’ultimo piano.
Lo scorrere, per le strade romane, di un fiume di versi diretto verso il Tevere, il mare, l’oceano.Un coro che soffia e diffonde, da un piccolo pezzo di mondo chiamato Trullo, il vento poetico del Metroromanticismo.
Sono sempre rimasti nell’anonimato proprio per slegare le loro opere dal loro nome e dalla loro immagine. Hanno così adottato dei nomi che in realtà raccontano le loro peculiarità: Inumi Laconico, Er Bestia, Er Quercia, Er Pinto , Er Falco, ‘A Gatta Morta, Marta del terzo lotto.



Un quartiere e la sua eredità
Dal primo progetto insieme ne sono nati altri e nel 2015 il quartiere è stato protagonista di una grande manifestazione di poesia e arte di strada a cui hanno partecipato anche altri poeti e artisti lasciando al quartiere un’ eredità straordinaria di murales, parole, messaggi positivi, creatività e colori.
Un’eredità che riempie di orgoglio gli abitanti del quartiere che adesso sono fieri di abitare al Trullo. Finalmente possono vantarsene vedendo ogni giorno in giro persone con taccuino o macchina fotografica in mano, persone conquistate da questo tripudio di colori, immagini e versi poetici. Tra queste c’è sicuramente mio figlio Andrea!!!



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