
Rocchette e Rocchettine, due gemelle diverse
Sarebbe arrivato in giornata l’ultimo decreto sulle misure contenitive per la diffusione del coronavirus, e con esso il rischio di divieto di spostamento in altri comuni della regione (fortunatamente per ora scongiurato!!!)
Con la paura di dovere rinunciare in futuro alle mie amate gite, domenica ho approfittato del tempo clemente e mi sono precipitata in Sabina, terra che adoro, ricca di paesini caratteristici, di castelli medievali, ma anche di luoghi naturalistici molto belli e stimolanti.
Era da un po’ di tempo che volevo visitare le fortezze gemelle di Rocchette e Rocchettine situate nel comune di Torri in Sabina, e visto che erano lì vicino, ci siamo fermati anche a fotografare i murales di Selci, altro paesino nei dintorni di Rieti, che però non abbiamo visitato nel dettaglio.
Andrea, con la sua macchinetta fotografica penzolante al collo e con tanta voglia di stare all’aria aperta, mi ha voluto accompagnare di nuovo (credo ci abbia preso gusto e ne sono veramente fiera!!!), non prima però di essersi assicurato che avessimo portato qualche vivanda da sgranocchiare durante il tragitto.
Fortezze gemelle separate da un destino diverso
Usciti dall’autostrada all’altezza di Ponzano Romano, abbiamo raggiunto la nostra destinazione dopo circa una ventina di minuti attraversando boschi e altri piccoli borghi.
Passati gli ultimi tornanti, le due fortezze si sono palesate davanti, l’una di fronte all’altra, su due colline adiacenti.
Sono state edificate insieme, ma ognuna di loro ha avuto un proprio destino.
Rocchettine, chiamata anche Rocca Guidonesca, è stata abbandonata nel corso degli anni, ma le sue mura imponenti conservano ancora il fascino di un tempo.
Un cielo nuvoloso misto a nebbia ci ha accolto al nostro arrivo, sottolineando ancor di più l’atmosfera del borgo abbandonato e regalando a questa fortezza un’aria misteriosa.
Rocchette, chiamata anche Rocca Bertalda, è rimasta invece uno splendido borgo medievale, tutt’ora abitato e protetto dalle mura difensive che cadono a strapiombo sulla valle circostante. E’ colmo di vicoli e viuzze che si inerpicano salendo fino alla chiesa con il suo campanile che svetta sopra le abitazioni.
I due insediamenti arroccati sulle gole dell’Aia, uno degli affluenti del Tevere, risalgono al XIII secolo, costruiti per proteggere l’importante arteria che metteva in comunicazione Rieti con la valle del Tevere e Roma.
Quando vennero costruite vie di comunicazione alternative e più efficaci, Rocchette e Rocchettine persero gradualmente di importanza e piano piano la seconda venne abbandonata. Non è ben chiaro però il motivo per cui solo a Rocca Guidonesca spettò questo strano destino.



La rocca abbandonata di Rocchettine
Che atmosfera, che silenzio e che vista ci hanno accolti!! Con Andrea ci siamo guardati increduli.
La rocca si presenta con mura altissime e con una torre circolare imponente che nasconde l’ingresso del castello. Dietro la torre inizia infatti il piccolo camminamento che porta all’arco di entrata della fortezza.
Appena si varca l’arco, si viene letteralmente catapultati in un’atmosfera medievale, in quello che probabilmente era il cortile principale del borgo.
Al suo interno si può subito notare la chiesa di San Lorenzo, l’unica struttura restaurata negli anni, che purtroppo abbiamo trovato chiusa.
Dal cortile si aprono vari accessi in altre parti del borgo, dove si trovano i resti di antiche abitazioni o botteghe che un tempo circondavano la struttura centrale del castello. Di queste case sono rimaste le mura perimetrali, le aperture delle finestre e delle porte e parte dei solai e delle travi dei tetti. Tutto è avvolto da una vegetazione rigogliosa, che in questi luoghi abbandonati diventa la padrona indiscussa.
Con Andrea abbiamo fatto molta attenzione sia alle numerose buche dovute al crollo dei pavimenti, sia per le travi che penzolavano pericolosamente.
Girando tra arbusti e mura in rovina, abbiamo trovato una di queste abitazioni che ci ha lasciato di stucco. Probabilmente risalente alla fine del XVII secolo o agli inizi del XVIII, ha al suo ingresso, un portico quasi intatto. Al suo interno sono ancora conservate in buono stato delle nicchie alle pareti appartenenti probabilmente a qualche famiglia nobiliare.












In un altro cortile, adiacente a quello principale, è possibile vedere la fortezza gemella, attraverso una delle tante spaccature delle mura perimetrali.
E’ qui che Andrea ha voluto lasciare il segno del suo passaggio, raccogliendo tanti legnetti banati per scrivere ‘paese abbandonato’ che poi ha voluto fotografare!!!








Rocchette
Terminata l’esplorazione alla rocca abbandonata, dopo avere gustato un meritato spuntino, ci incamminiamo verso Rocchette, la rocca gemella.
E’ domenica mattina, la messa è già finita e per le vie del paese abbiamo incontrato poche persone, qualche turista e un signore indaffarato a mettere a posto la legna per l’inverno.
Che bello!! Adoro il profumo della legna che arde nei caminetti delle abitazioni dei piccoli paesini. Ogni volta che sento quell’odore immagino di stare seduta davanti al focolare, rannicchiata sotto ad un plaid, con una cioccolata calda o un bicchiere di vino rosso (fate voi!!) e un bel libro da leggere!!!
Con questa immagine serena scolpita nella mente, inizio la passeggiata tra i vicoletti del borgo.
Tramite la classica porta medievale d’ingresso, accedo all’interno dell’abitato, circondato da muraglioni che cadono a strapiombo sulla valle sottostante. Il borgo è in salita, arroccato sopra uno sperone di roccia. Alcuni vicoli hanno infatti da un lato la parete rocciosa e dall’altro le abitazioni. Sono vicoli molto caratteristici, fatti tutti in pietra, con le classiche scalette con la ringhiera per accedere alle case e dove ogni scalino è stato abbellito con un vaso di piante.
Andrea scappa di qua e di là per rincorrere i tanti gattini che gironzolano in questo paese. A volte me lo perdo, ma basta un richiamo per sentire la sua risposta, visto il silenzio che popola questo luogo.
Ci sono molti belvedere che si aprono sulla valle circostante, regalandoci un meraviglioso panorama che oramai ha assunto i tipici colori autunnali del giallo, del rosso, del marrone, del verde scuro e dell’arancione. Bellissimo!!
Alla fine della perlustrazione di Rocchette, stimolati anche dall’odore dei camini accesi e da qualche odorino tipico del ‘pranzo della domenica’, ci siamo incamminati verso la via del ritorno, fermandoci come di consuetudine in un ristorantino nei dintorni di Ponzano. (Vi consiglio Da Lina a Stimigliano… hanno un caminetto per la carne alla brace spettacolare!!!).













Murales di Selci
Sapendo che molto vicino a Rocchette, c’erano dei murales realizzati da street artist di fama nazionale e internazionale, come Fio Silva, Diamond, Gomez, Solo, Diamond, Emmeu, Marcy, mi sono fiondata!!!
Stiamo parlando di Selci, un borgo fondato nel X secolo, in cui la storia millenaria si mescola alla street art.
Di seguito le foto, per i dettagli del progetto potete visitare questo sito.









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