Angoli fuori dal tempo

Subiaco, spiritualità e natura

Ad un’ora di macchina da Roma, immerso nella valle dell’Aniene e contornato dai Monti Simbruini, troviamo Subiaco, un borgo medievale riconoscibile da lontano per la sua antica rocca, con il suo caratteristico orologio, che svetta imponente sui tetti del paese.

Tutta la zona di Subiaco merita una visita, e forse anche più di una, per le numerose bellezze architettoniche e naturalistiche del territorio.  Non dimentichiamoci che in poco tempo si raggiunge il monte Livata con la sua stazione sciistica.

San Benedetto e il Sacro Speco

Subiaco è conosciuto soprattutto per essere il luogo scelto da San Benedetto per la sua prima esperienza da eremita a soli 17 anni, esperienza che durò per ben tre anni! Scelse una grotta situata sul versante del monte Taleo che sovrasta la valle sottostante in cui scorre indisturbato il fiume Aniene.

Se cerchi la luce Benedetto, perché scegli la grotta oscura?”

“La grotta non offre la luce desiderata. Ma nelle tenebre vai in cerca di una luce raggiante: perché solo in una notte fonda brillano le stelle”.

Per secoli è esistita solo la grotta, meta di pellegrini e devoti del Santo. 

Attualmente nella Sacra Grotta (il Sacro Speco) è conservato il trittico marmoreo, composto dalla statua del Santo, una croce e un cestino, scolpiti nel 1657 da Antonio Raggi, un allievo del Bernini.

Il resto del monastero fu costruito a partire dal XI secolo dove progressivamente andarono ad insediarsi monaci e abati.

L’ esterno, un equilibrio tra architettura e roccia

Inutile raccontarvi il silenzio e il raccoglimento che evoca questo luogo già dall’esterno. Dopo l’arco di entrata, si prosegue per una stradina di pietre con lecci e altri arbusti che ci accompagnano fino ad una piccola scala, sempre in pietra, che ci permette di accedere al cortile antistante il monastero. Siamo a 650 metri di altezza a strapiombo sulla valle. 

Il monastero si inserisce perfettamente nel paesaggio roccioso, con i suoi terrazzamenti ricoperti di erba ed ulivi. 

Non a caso Francesco Petrarca, vedendo il monastero così imponente, ancorato alla roccia del monte, con il vuoto sotto e una vista a 360 gradi, lo chiamò ‘La soglia del Paradiso’. 

In effetti la pace e la serenità che infonde questo luogo ti avvolge e ti acquieta.

Un sole caldo e un venticello leggero contribuiscono ad alleggerirmi l’animo e a riempire i miei occhi di meraviglia. L’istante dopo li chiudo per imprimere le immagini nella mia mente in modo da conservarle il più a lungo possibile.

Ed è proprio in questi momenti che riesco a pensare a tutte le cose semplici, ma infinitamente belle che mi circondano, di cui spesso mi dimentico.

Mi piace l’erba che vince l’asfalto. Mi piace chi non coltiva rancori.

Mi piace una vecchia libreria in disordine. Mi piace leggere un libro all’ombra.

Mi piace chi ha la forza di credere con tutto se stesso in qualcosa.

Mi piace chi sa chiedere scusa. Mi piace chi sa chiedere.

Mi piace chi sa amarsi.

Mi piace chi non ha ancora capito come raccapezzarsi su questa terra.

Mi piace il sorriso dei miei figli.

Lorenzo Marone  – ‘La tentazione di essere felici’

L’ interno e le sue pareti di roccia affrescate

L’interno del monastero è composto oltre che dalla Sacra Grotta, da due chiese, una superiore ed una inferiore, da numerose cappelle e da cuniculi scavati nella roccia.

L’aspetto più sorprendente che mi ha lasciata letteralmente a bocca aperta, sono stati i numerosi affreschi che ricoprono interamente le pareti di roccia. 

Sono straordinari e conservati perfettamente. Risalgono ad epoche diverse e sono stati eseguiti dalla scuola senese e da quella umbro-marchigiana.

Rappresentano immagini della vita del Santo, ma anche di quella della Madonna e della passione di Cristo.

All’interno, per salire verso la Chiesa inferiore dove è situata anche la Grotta Sacra, è presente la Scala Sacra, anch’essa piena di affreschi, percorsa un tempo dai pellegrini in adorazione alla grotta di San Benedetto.

Scala Sacra
Chiesa Superiore
Chiesa Inferiore
roccia e affreschi

Il lago di San Benedetto

Proprio sotto al monastero, dopo un percorso di circa 10 minuti, si entra nel bosco e si scende sulle sponde del fiume Aniene, che ci accoglie con acqua turchese, rocce ricoperte di muschio di un verde acceso, ed una cascata che cade in un laghetto anch’esso di mille sfumature di azzurro.

Sicuramente nelle giornate estive potrebbe essere una validissima alternativa al mare e al caldo delle città!!

Dopo avere camminato sulle sponde del fiume Aniene, siamo andati alla Rocca abbaziale di Subiaco. Purtroppo era chiusa, ma abbiamo ugualmente goduto del fantastico panorama su tutta la valle.

Ah dimenticavo, alcune delle foto che ho inserito sono state scattate dal mio piccolo accompagnatore che continua a seguirmi alla ricerca di angoli fuori dal tempo.

panorama dalla Rocca di Subiaco
Rocca di Subiaco
Rocca di Subiaco
Ponte di San Benedetto del XII secolo

Se avete curiosità di conoscere nel dettaglio i due monasteri benedettini più importanti della zona, ossia quello di San Benedetto e di Santa Scolastica potete leggere questo articolo ‘Subiaco: la valle santa’

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