
Pareidolia, la mostra di Beetroot al Chiostro del Bramante
Pareidolia
Riccardo Rapone, in arte Beetroot, ha esposto, alla caffetteria del Chiostro del Bramante, 10 opere che hanno come comune denominatore il concetto di pareidolia, ossia la capacità della nostra immaginazione, dei nostri sensi e della nostra mente, di mediare la visione della realtà, rappresentandola in modo soggettivo. Questa distorsione scaturisce dal bisogno inconscio di rendere familiare, e ricondurre a concetti e figure presenti già nella nostra mente, tutto ciò che ci circonda, in modo da rimanere sempre nella nostra confort zone.
Pareidolia è proprio il nome che Beetroot ha dato alla sua mostra che si è tenuta al Chiostro del Bramante, per alcuni giorni in contemporanea alla famosissima mostra di Banksy.
Bansky e Caravaggio
E’ proprio la contemporaneità della sua esposizione con quella di Banksy che ha ispirato Beetroot a dipingere due delle dieci tele presenti nella caffetteria del Chiostro. Ma non solo, anche il genio tormentato di Caravaggio ha influenzato Beetroot nel riprendere due opere straordinarie del pittore rinascimentale ,il famosissimo ‘Narciso’ e la ‘Madonna dei Pellegrini’ per elaborarle in modo soggettivo e veramente originale.
“Quando non c’è energia, non c’è colore, non c’è forma, non c’è vita”. (Caravaggio)
Nella tela ispirata al Narciso di Caravaggio, ci sono tutti questi ingredienti che la rendono forte, corposa e intensa.
L’ opera unisce l’arte contemporanea di Banksy a quella rinascimentale di Caravaggio, unendole in modo egregio e armonico e lasciando la figura perfettamente doppia come nel Narciso.
Nella parte inferiore però non troviamo il riflesso (come nell’opera originale), ma l’interpretazione del poliziotto che sniffa, di Banksy. Interpretazione di Beetroot a mio avviso geniale!!!



La seconda opera che sfrutta il filo conduttore con il più importante e famoso street artist del ventunesimo secolo, è l’immagine di una bambina (la sua bambina!) che, a braccia aperte, accoglie idealmente i fiori lanciati dal ‘Lanciatore di fiori’ di Banksy.

La tecnica che viene usata sfrutta una base di stucco sulla quale vengono passati vari colori dal più chiaro al più scuro. Successivamente, con il trapano, in alcuni punti, viene tolta una parte del colore per dare l’effetto di chiaro scuro e delle sfumature. Con lo spray, vengono rifiniti gli ultimi dettagli di colore.
Le emozioni che ti fanno riflettere….
Lasciamo il filone legato a Banksy per descrivere due opere sicuramente più personali ed emotivamente più coinvolgenti.
La prima, che oramai è molto famosa e viaggia velocissimamente sui social, è l’immagine di una ragazza nuda e inginocchiata. La sua forma è apparentemente lineare e proporzionata, ma un occhio critico e più attento, o semplicemente dotato di pareidolia, riesce a scovare una forma arrotondata all’altezza del ventre….si è proprio il ventre materno, evidenziato dal rame che circonda tutta la figura.


La seconda opera è quella che mi ha emozionato di più per la sensibilità che ha espresso Beetroot nel trattare l’argomento religione, credenza, fede. Nella tela, ispirata alla ‘Madonna dei Pellegrini’ di Caravaggio, Beetroot ritrae appunto due pellegrini inginocchiati, ma davanti a loro è assente la figura divina oggetto della loro preghiera. Questo perché l’artista ha voluto lasciare allo spettatore la libertà di decidere quale figura inserire nel contesto, secondo le proprie convinzioni, le proprie credenze, il proprio culto religioso.

Jocker e la sua evoluzione
Sono quattro le tele che evidenziano l’evoluzione del personaggio di Jocker che da personaggio malvagio e antagonista di Batman (interpretato da Jack Nicholson) si è piano piano trasformato in protagonista (interpretato da Joaquin Phoenix) dallo sguardo triste, con problematiche sociali e psicologiche che rendono la sua risata un grido di grido di dolore.

Tanti modi per vedere un’immagine
Ritornando sempre al tema della pareidolia, ecco alcune tele dove è messa alla prova la capacità dello spettatore di vedere un’ immagine per poi dargli un’interpretazione soggettiva secondo la propria immaginazione.



Vi lascio con alcune foto dell’allestimento della mostra.





Bellezza e grinta tra degrado e abbandono

Subiaco, spiritualità e natura
Potrebbe anche piacerti

Pillole d’avventura alla ricerca di casali abbandonati
Aprile 18, 2021
Torre Alfina e i murales di Acquapendente
Novembre 3, 2020