
Montemassi: resti di un castello medievale
Dietro ogni muro diroccato, dentro ogni luogo abbandonato, avvolto spesso dalla vegetazione spontanea e talvolta anche da forme di degrado, si nascondono storie ed emozioni di uomini e donne che l’hanno abitato e vissuto.
Sicuramente il castello di Montemassi è stato testimone di storie di cavalieri, battaglie, menestrelli e castellane.
La rocca si trova nel comune di Roccastrada nell’ alta maremma grossetana ed è circondato da distese di ulivi, campi coltivati e verdi colline che degradano verso il mare. E’ un castello medievale abbandonato che si trova sulla cima di una collinetta a circa 280 m di altezza, e domina l’omonimo borgo con la sua tipica forma a pigna.
La vista dalla rocca è meravigliosa. In una giornata di sole con il cielo terso si possono scorgere distese infinite di coltivazioni, intervallate da cascine e fattorie, con incredibili sfumature di verde.




La rocca
La visita alla rocca è stata del tutto casuale e inaspettata.
La nostra destinazione, venendo da Roma, era l’Abbazia abbandonata di San Galgano a Chiusdino in provincia di Siena (Abbazia che merita un articolo dedicato, per la sua bellezza e per la sua storia), ma facendo l’Aurelia ed entrando a Grosseto, abbiamo deciso di fermarci a pranzo nel borgo di Montemassi per assaporare un bel piatto di pappardelle al cinghiale accompagnate da un bicchiere di Chianti.
Entrando nel piccolo borgo e proseguendo per un breve sentiero in salita, all’ improvviso si apre un ampio cortile, protetto dalle mura difensive del castello, che regala una vista a 360 gradi e in cui sono visibili i resti di una cisterna per l’approvvigionamento dell’acqua e una torre a pianta ottagonale.
All’interno sono presenti due strutture quasi gemelle che in passato svolgevano compiti diversi. L’edificio più a nord, più ampio e con molte finestre, aveva una destinazione abitativa. L’edificio più a sud invece era un’antica torre militare facilmente intuibile dalle caratteristiche feritoie che consentivano di avere visibilità dall’interno e di difendersi con l’uso delle armi.






Un po’ di Storia
Il castello, risalente al 1000 d.C, passò di mano in mano tra diversi feduatari, conteso nelle lotte tra guelfi e ghibellini e sempre ambito da Siena che più volte lo espugnò. E’ stato teatro di sanguinose battaglie; la sua storia è infatti caratterizzata da numerose ribellioni per rivendicare l’autonomia e l’indipendenza da Siena, ma non è mai riuscito ad ottenere lo stato di comune libero e indipendente.
Nel 1800 si sono verificati gli ultimi passaggi di proprietà, dai Medici ai marchesi Malaspina e infine al Marchese Domenico Cambiaso di Genova.
Dopo, solo declino e abbandono, nonostante sia rimasta la sua imponenza e maestosità visibile facilmente dalla campagna circostante.
Vita al castello
Dove adesso rimangono le rovine solitarie e silenziose di un antico castello, durante il periodo medievale la vita al suo interno era tutt’altro che tranquilla. Chiudendo gli occhi si possono facilmente immaginare gli abitanti del castello in fermento per l’arrivo del signore e del suo seguito. Il cortile, su cui si affacciano stalle e laboratori, si riempie di gente indaffarata a ricevere i soldati, servitori, intrattenitori, giullari, nonchè tutta la famiglia del feduatario.
All’interno dell’edificio abitativo le castellane, per combattere la noia delle loro giornate al castello, ricamano e tessono oppure vengono rallegrate dai menestrelli del signore, mentre le contadine svolgono lavori più faticosi al servizio dei signori della rocca.
E poi ci sono loro, i cavalieri che per tenersi allenati organizzano tornei di combattimento a cavallo o battute di caccia.
Durante le guerre, anche la torre difensiva che adesso è vuota e rifrange l’eco della mia voce, si popola di soldati del signore impegnati a difendere il castello dagli attacchi nemici.


Di seguito potete vedere l’affresco di Simone Martini ‘Guidoriccio da Fogliano’ collocato nella Sala del Mappamondo del Palazzo Pubblico di Siena. Qui la descrizione dell’affresco.

Piccolo suggerimento per il pranzo
Dopo la visita al castello vi consiglio il ristorante il “Guidoriccio” che si trova proprio sotto la rocca dove abbiamo mangiato squisite pappardelle al cinghiale accompagnate da un ottimo Chianti.

Un giorno da fotografa errante
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